Lunedì 23 settembre, al Palazzo Bellomo di Siracusa, si è svolta la presentazione del progetto “Le Tele di Aracne”, alla presenza del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e delle autorità locali, tra cui il sindaco Francesco Italia. Questo ambizioso progetto, promosso dal Comune di Siracusa e finanziato dal ministero dell’Interno, ha trasformato un immobile confiscato alla mafia in una Accademia Sartoriale, destinata a offrire nuove opportunità a giovani in reinserimento sociale, ai loro familiari e a donne a rischio di marginalizzazione.

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Un progetto di inclusione e riscatto sociale

L’Accademia Sartoriale è gestita da un’associazione temporanea di scopo composta da Passwork, capofila, insieme a CNA Moda Siracusa, Ermes Comunicazione e Fondazione di Comunità Val di Noto. Questa iniziativa mira a impattare positivamente sia le persone coinvolte, che affrontano situazioni di fragilità, sia il quartiere che ospita la struttura, creando un circolo virtuoso di inclusione sociale e riscatto.

 

12 Partecipanti in percorsi di rinascita

Venerdì 20 settembre ha segnato l’inizio del primo laboratorio di formazione sartoriale. Rivolto a 12 persone, di cui 5 detenute del carcere di Cavadonna e 7 donne a rischio di marginalizzazione, il laboratorio è un primo passo concreto verso la riabilitazione e la valorizzazione delle competenze di queste persone.

Le creazioni sartoriali in mostra a Palazzo Bellomo

Le creazioni sartoriali presentate durante l’evento del 23 settembre sono frutto del lavoro delle sarte dell’Accademia e di alcune donne migranti partecipanti ai progetti di accoglienza SAI di Passwork. Gli abiti della sfilata, donati dalla Fondazione INDA, sono stati impreziositi con dettagli artigianali, come uncinetto e le coffe tradizionali siciliane. Questi abiti rappresenteranno la prima linea di prodotti dell’Accademia, e saranno simbolicamente donati alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai Ministri italiani ed esteri presenti durante il G7.

Le storie di Amira e Giuseppe: il sogno di “Le Tele di Aracne”

 

Tra le storie più rappresentative del progetto emergono quelle di Amira e Giuseppe, due partecipanti che incarnano il potere trasformativo di questa iniziativa.

Amira, una giovane tunisina ospite del progetto SAI a Cassaro, ha riscoperto il suo talento di sarta grazie all’Accademia. L’esperienza le ha permesso di esprimere il suo potenziale rimasto inespresso, dando nuovo slancio al suo futuro.

 

 

 

 

 

 

Giuseppe, invece, è un giovane detenuto del carcere di Cavadonna, che ha vissuto un momento di forte impatto emotivo durante il primo giorno di formazione. Gli strumenti da lavoro, come forbici e aghi, lo hanno riportato alla sua infanzia, quando il nonno, sarto, gli trasmetteva la passione per questo mestiere. Per Giuseppe, l’Accademia rappresenta una via di riscatto e rinascita.

Un Impegno Continuo per Tessere Storie di Speranza

Il progetto “Le Tele di Aracne” non si limita a offrire competenze sartoriali, ma intende garantire un impatto duraturo sull’economia locale e sul benessere delle persone coinvolte. Con la convinzione che la sartoria possa essere non solo un motore economico, ma anche un veicolo di speranza e opportunità, ci impegniamo a garantire la continuità di questo percorso.

“Le Tele di Aracne” è molto più di un’accademia sartoriale: è un luogo dove sogni e bisogni di riscatto si incontrano, dove le persone possono costruire un futuro migliore. Continuiamo a tessere storie di speranza, trasformando fragilità in opportunità, una cucitura alla volta.